Karnischer Höhenweg
Karnischer Höhenweg – Altavia carnica lato austriaco
Cinque tappe con partenza da Sesto Pusteria ed arrivo alla malga Valentinalm sotto il passo Monte Croce Carnico.
Un sentiero a cavallo tra varie regioni, inizialmente tra il Sudtirolo e l’Osttirol, poi tra il Comelico e l’Osttirol ed infine tra la Carnia in Friuli e la Carinzia.
La prima tappa l’abbiamo accorciata salendo con la cabinovia “Tre Croci” dopo Sesto Pusteria
Le condizioni atmosferiche sono migliorate di giorno in giorno, i primi giorni avevamo costantemente il mare di nuovole sotto di noi, poi sole splendido e visibiità eccezionale nella tappa più lunga, quella che corre sempre in cresta per almeno otto ore.
I rifugi tutti in territorio austriaco erano quasi sempre al completo, non sono enormi, con una capienza di circa 40/50 persone. La gran parte degli escursionisti di nazionalità tedesca o austriaca (nessun italiano) percorreva il sentiero da nord-ovest, pochi quelli che erano partiti da sud-est.
I rifugi Obstanserseehütte, Porzerhütte, Hochweißsteinhaus e Wolayerseehütte, sono tutti ben gestiti, un pó piú cari rispetto al bellunese (32€ per la mezza pensione escluso il pernottamento che ammontava tra i 18-20-22€ per i soci ÖAV/AVS/CAI ecc). Il sentiero dell’altavia è ben segnalato, è difficile perdersi e nei pochi tratti esposti è attrezzato con corde. Lungo il percorso si possono salire molte cime oppure seguire alcune ferrate.
Utile la nuova cartina Tabacco sulle Lienzner Dolomiten che copre il tratto principale dell’altavia, il prossimo anno dovrebbe venire pubblicata una nuova cartina ÖAV 1:25.000 dedicata a proposito.
Al rifugio Hochweißsteinhaus, dove il cibo ci era più familiare con il cuoco friuliano, i gestori mi hanno raccontato di avere un ottimo rapporto con gli abitanti di Forni Avoltri.
Questa località della Carnia mi ha riportato ad un libro che avevo letto alcuni anni fà sulla “Kosakenland in nord Italien”. I cosacco-caucasici erano giunti in Friuli nell’agosto del ‘44. All’inizio erano 22.000 ma erano progressivamente aumentati fino a raggiungere, nella primavera del ‘45, il numero di 40.000 persone. Avevano al seguito le famiglie, carriaggi, suppellettili, 6.000 cavalli e 50 cammelli. Un numero considerevole se si pensa che la Carnia di allora contava 60.000 abitanti. Un brutto capitolo della storia, che si concluse con il tradimento degli alleati e la reclusione nei Gulag staliniani.
Durante le ultime due tappe ho incontrato alcuni escursionisti del Carso che salivano su qualche cima, mi sono intrattenuto con loro, mi hanno raccontato della piccola comunità germanofona tra le Dolomiti di Sappada/Plodn e dell’autonomia friulana che rispetto alla nostra è molto più povera.
Arrivati al rifugio presso il lago Volaia il confort era decisamente migliore, tra i rifugi è quello gestito meglio, ma anche tra i più cari.
Tra chi percorre le altevie si creano spesso amicizie e così è stato anche per noi, abbiamo conosciuto persone interessanti e simpatiche con cui resteremo in contatto.
Per tornare a Sesto, siamo scesi a Kötschach-Mauthen con un taxi collettivo, da lí due conoscenti austriaci ci hanno accompagno in macchina alla stazione ferroviaria di Oberdrauburg, da lì in treno fino a San Candido e poi in bus fino a Sesto.