Pearlwond
Pearlwond 2.503 m da Lappach
Viene spesso confusa con la Schreckwand che dista poco lontano. Il paretone dolomitico e la croce si notano già da distante, poco dopo le malghe di Rinsbach.
Luogo incantevole, poco frequentato, sia per i laghi lungo il percorso che per l’esposizione verso sud. Il sentiero che parte un po prima delle malghe non è contrassegnato da segnaletica bianco/rossa, ma è molto evidente e facile da trovare. Arrivati sotto al paretone, siamo saliti a sinistra per il ripido canalino e scesi per quello dall’altro versante. Consiglierei la salita per il versante a destra, è meno esposto. E’ stata attrezzata anche una via sulla parete centrale.
Luogo sconosciuto per gran parte degli escursionisti, ma purtroppo lo è stato per lunghi anni per i raccoglitori di minerali a scopo collezionistico, fino a che, dopo aver causato notevoli danni al paesaggio, dal 1995 era stato loro imposto un divieto di estrazione mineraria. Nelle fessure della roccia metamorfica si trovano infatti numerosi minerali, alcuni dei quali molto ricercati: Quarzo, pericline, adular, apatite, rutilo, titanite, granato, calcite, ematite, epidoto, pirite e altri. La Tristenspitze, poco distante, è nota per le ametiste.
Noi oggi siamo partiti all’altezza del casello prima della diga di Neves e seguito il sentiero n° 22 fino alla Rinsbacheralm. Dalla malga abbiamo abbandonato il sentiero e proseguito lungo alcune tracce di cammino ben evidenti che portano ai laghi Seebergsee. Da qui in poi la direzione è abbastanza evidente.
La morfologia della ampia valletta seguita in salita si addice anche ad una tracciato scialpinistico, ci tornerò sicuramente questo inverno.
Poi pranzo dalla Rosa a Zössen alla Bergmeisteralm. E’ già la quarta volta che quest’anno mi sono fermato a gustare i Schlutzer fatti in casa oppure i canederli.