Gamslahnernock
Gamslahnernock 2.869 m dalla diga di Neves
Nuovamente nella Mühlwaldertal in compagnia di Luciano e Peter. Oggi siamo partiti da più in alto e cioè dalla diga di Neves a 1.860 m, passati di fronte al rifugio Chemnitzer (negli anni della cortina di ferro, al di là lo chiamavano anche “Karl Marx Hütte”), poi seguito il sentiero che comodamente portava alla cima del Gamslahnernock. Le cime del Weißzint, del Möseler e del Turnerkamp chiudevano dietro di noi la vista verso nord, verso sud oggi la foschia preannunciava l’arrivo di tempo instabile e umido. Non sarà la pioggia o neve da molti sperata, ma prima o poi dovrà arrivare. Negli anni scorsi a fine ottobre le cime erano molto più imbiancate, specialmente in questa valle che è considerata zona a rischio valanghe.Più volte si sono verificate valanghe che hanno danneggiato boschi, campi e case e hanno provocato anche molte vittime. Un tragico incidente si verificò nel 1963 quando, durante i lavori di brillamento a Zösen per un tunnel della nuova conduttura, una valanga si stacco e seppellì sei lavoratori. Anche recentemente, nell’inverno del 2021, nonostante siano state costruite molte gallerie artificiali, alcune valanghe interruppero per alcuni giorni la strada che portava al paese. A questo proposito ogni anno, in ottobre, si tiene la cosiddetta “processione delle valanghe” per scongiurare le valanghe e le loro conseguenze. Speriamo bene per questo inverno.
Limiterò al minimo la narrazione personale di questi luoghi: tutti noi abbiamo ricordi indelebili di un’infanzia dove i propri nonni catturavano la propria attenzione e curiosità. Mia nonna materna aveva vissuto lunghi anni a Mühlen in Taufers dove insieme a mio nonno Benjamin gestivano l’unica merceria del paese. Li venne al mondo anche mia madre che agli inizi degli anni venti dovette trasferirsi con la famiglia a S. Andrea sopra Bressanone. Ricordo ancora vagamente quel che mi narrava Oma Anna, molti dei suoi figli vennero al mondo in questo paese, qualche volta durante le brevi licenze dal fronte di Nonno Benjamin. Non sto a narrare le vicissitudini che seguirono a quel difficile periodo storico, dalle opzioni all’emigrazione, alle perdite di quattro componenti del nucleo familiare, ma ciò nonostante qualche legame inconscio con quei luoghi mi è sempre rimasto, ogni qualvolta che passo per il paese e per la piazza Benjamin, mi ritornano in mente storie, avventure e racconti di Oma Anna, in fondo l’unica nonna, perché quella paterna morì nel 1944.