Kastelruth

Sulle tracce di “Oswald von Wolkentein” sull’altipiano di Castelrotto

In una stagione invernale atipica e in uno scenario anomalo, invece di calpestare la neve, ci adattiamo a pedalare e a camminare.

Con la comune passione per la montagna ci adattiamo ai microcosmi, la pandemia ci impone di godere delle piccole cose e delle gite vicino a casa, molte ripetizioni, ma con un po’ di fantasia riesciamo a trovare anche nuovi itinerari.

Stax e Grazia in testa, noi dietro da gregari. In un’ora raggiungiamo Ponte Gardena, poi a piedi saliamo il ripido sentiero in parte lastricato, fino al Castel Trostburg.

Qui inizia il percorso della prima tappa della famosa cavalcata. Il castello di fronte a noi, è un edificio cresciuto con la storia, fra l’età romanica e quella barocca. Vi visse il famoso avventuriero e menestrello Oswald von Wolkentein. Cavaliere errante e uomo d’armi, d’aspetto energico ma brutto – da bambino aveva perduto anche un occhio – fu spirito irrequieto e avventuroso. Ora guerriero ora sguattero, ora scudiero ora cuoco, adattandosi di volta in volta alle necessità del momento, fu, fin dalla giovinezza, a varie riprese, nei paesi più diversi e lontani: prima, per anni, nel Nord, un po’ dappertutto, ma specialmente in Prussia e nei Paesi Baltici; poi in Oriente, sul Mar Nero, in Terrasanta, nell’Africa Mediterranea.

Proseguimo lungo il sentiero nr. 2 nella prima parte lastricato e poi nel bosco con un ponticello crollato, al suo posto due trochi che permettono il passaggio, era messo meglio del nr. 1. Ufficialmente il nr. 2 nella parte fino a Tagusens era interrotto e si consigliava di passare per il nr. 1 (mi sa che si sono confusi).

Dopo Tagusens proseguiamo sul sentiero nr. 2, libero da tronchi, ma spesso ghiacciato, ci fermiamo per una breve pausa al laghetto “Radlmoos Lacke” e poco dopo raggiungiamo il centro di Castelrotto.

Il toponimo è attestato la prima volta nel 982-987 come Castelruptum e nel 1173 come Castilrut, col significato di “castello diroccato”. E’ una nota località turistica anche per la vicinanza all’Alpe di Siusi, che nel pieno della stagione invernale novembre 2019 – aprile 2020 contava nel comprensorio 616.565 pernottamenti. Oggi purtroppo deserta, con negozi dedicati agli articoli turistici chiusi, da mesi.

Ci fermiamo in piazza, ora deserta e Luciano ci porta delle birre dal supermercato.

Passiamo quindi per Tisens il borgo dei tre colli, il Kofel, il Percol ed il Katzenlocher, non riesco a capire l’affinità del nome Tisens con il toponimo del Tolomei “Tisana”, mi sa che ne ha bevute troppe nel disperato tentativo di italianizzare tutto il territorio.

Lungo un tratto di strada asfaltata ritorniamo a Tagusens e da lì nuovamente in valle per un’altra cavalcata fino a casa.

In tutto sono stati 56,30 km di cui 36 km in bici.

In compagnia di Grazia, Luciano, Peter e Sabina

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