Leonharder Kreuz

Leonharder Kreuz 2.365 m

Oggi abbiamo poche ore a disposizione nella mattinata, partiamo alle sette da casa, all’altezza di Sant’Andrea buchiamo la debole coltre nebbiosa che stanzia ancora sulla valle dell’Isarco. Le cime imbiancate più vicine come quelle di Scaleres illuminate dal sole, risaltano ancora di più,  la poca neve caduta nella giornata precedente, da a questi rilievi un immagine di alta montagna, ma è un’illusione ottica, al repentino rientro, tornano ad essere delle cime marginali con qualche spolverata. In salita seguiamo una scorciatoia che porta direttamente alla malga Ochsenalm, l’avevo scoperta nel periodo di restrizione dei movimenti due anni fa, sembra quasi un’eternità, ma in fondo sono passati solo due anni, vale la pena seguire questa debole traccia, il sentiero è più diretto. Qui calpestiamo la prima neve, poca e ancora polverosa, siamo i primi a salire alla cima, poco dopo ci segue un’escursionista solitario. Nella neve scorgiamo alcune tracce, camosci, forse una volpe e vicino alla malga un topo. Ci sediamo per una buona mezz’ora sulla panca dietro la mega croce che si staglia possente e inconfondibile sulla cresta, poi mi sposto più in su vicino ad un omino di sassi, li mi sentirei più a mio agio, ma raggiungo invece i miei amici che si preparano per la discesa. Calziamo i ramponcini per la discesa, alla malga è salito il gestore con la sua bicicletta a pedalata assistita, gli chiediamo se ha dei pneumatici adatti per non scivolare durante la discesa, lui sta al gioco e ci risponde, tranquilli sono esperto, poi veloci rientriamo lungo il sentiero ufficiale.

 

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