Königsee-Tre Cime Lavaredo

Traversata delle Alpi dal Königsee alle Tre Cime di Lavaredo, in sette tappe e in più regioni: Baviera, Salisburghese, Carinzia, Tirolo dell’Est e Sudtirolo.

Il primo giorno abbiamo attraversato il lago a bordo di un battello per raggiungere quasi al suo apice St. Bartholomä, ai piedi del massiccio del Watzmann, li siamo saliti lungo il sentiero della Saugasse per raggiungere il rifugio Kärlinger Haus che nel periodo invernale è anche il punto più freddo della Germania.

Il secondo giorno abbiamo attraversato il mare pietrificato, fatto tappa pranzo al rifugio austriaco Riemannhaus e scesi lungo il sentiero attrezzato fino a Maria Alm. Qui il taxi ci ha portato fino a Ferleiten, da dove siamo saliti alla Malga Trauneralm, molto caratteristica per il suo arredamento retro e un atmosfera molto invitante.

Il terzo giorno il paesaggio era più invernale con un tragitto lungo un nevaio ricoperto dalle alghe rosse (Ancylonema nordenskioeldii) fino a raggiungere la forcella della Pfandlscharte (2.663 m) con mancata vista sul Grossglockner per la nebbia persistente e discesa al Glocknerhaus.

Il quarto giorno risplendeva nuovamente il sole, altra salita su una forcella con pausa pranzo alla Glorerhütte (forse il rifugio che mi è piaciuto di più, piccolo e accogliente) e discesa al Luckner Haus (1.920 m) nel Ködnitztal.

Il quinto giorno, breve trasferta in taxi nella valle Defreggen fino a Maria Hilf/St. Jakob e di qui risalita alla forcella Villgrater Törl e discesa nella valle Arntal fino alla Unterstaller Alm e proseguimento in paese a Innervillgraten presso l’albergo Raiffeisen. Qui finalmente la qualità delle cene era migliorata, ottima la colazione.

Il sesto giorno, partenza da Kalkstein e salita alla cima Toblacher Pfannhorn, pranzo presso la caratteristica Bonnerhütte e discesa nella valle Silvestertal, proseguimento in taxi per la valle Innerfeldtal e breve salita al rifugio Tre Scarperi.

Il settimo e ultimo giorno salita al rifugio Tre Cime Locatelli e discesa lungo la valle Fiscalina.

Qualche osservazione: le misure di contenimento per il rischio di contagio da Corona virus vengono rispettate maggiormente nel territorio germanico, sia in valle negli esercizi pubblici così come in alto nei  rifugi. In Austria sembra che si sia tornati alla normalità, se non si considera che nei loro rifugi bisogna ancora portarsi il sacco a pelo, un lenzuolo inferiore e la federa per il cuscino. Lungo tutto il tragitto abbiamo incontrato pochi escursionisti a parte altri due gruppi accompagnati da guide e una troupe cinematografica del canale bavarese BR – Bergauf Bergab che stava girando un documentario sull’altavia (verrà trasmesso a settembre) . Il nostro gruppo era composto da dieci partecipanti più la guida, di cui otto di nazionalità tedesca e due altri di nazionalità austriaca, io ero l’unico italiano/sudtirolese. Il nostro viaggio era organizzzato da ASI Innsbruck e la nostra guida Chistopher si è dimostrata una persona molto affidabile e simpatica.

Qualche anedotto: ho imparato una nuova parolaccia, sapevo che gli austriaci chiamassero i tedeschi „Pifke“ termine derivante dal capobanda militare Pifke (vedi anche la Pifkesaga), ma non sapevo che i tedeschi chiamassero gli austriaci „Schluchtenscheißer“ (quelli che cagano nella gola). Il motivo: Il nome Schladming deriva dalla vecchia parola slovena “Slaebnich”, che significa “Schluchtberg”. La “merda” dietro la “gola” il termine deriva dalla irriverente malizia dei tedeschi, o dal fatto che i vicini austriaci scavavano buche in montagna per soddisfare i loro bisogni.

Ci siamo salutati a S.Candido, loro sono tornati al punto di partenza in autobus, un bel gruppo di escursionisti affiatato, motivato, spensierato e divertente.

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